Oltre al concerto, oltre agli “insegnamenti”, oltre agli interventi più o meno scontati il primo maggio ci lascia soprattutto due nomi e una polemica: Carlo Rovelli e Guido Crosetto.
Il primo, celebre fisico da sempre contro la guerra, con interventi molto eloquenti anche sulle reti mainstream, il secondo Ministro e fondatore di Fratelli d’Italia, prima più critico, ora totalmente sulla linea del partito per quanto riguarda l’invio di armi in Ucraina.
Rovelli ha delle ragioni, le ha dette garbatamente a differenza di altri che abbiamo visto su quel palco. E poi se lo hanno invitato cosa si aspettavano che dicesse? Lo ha detto mille volte di essere antibellicista“, commenta il Vicedirettore de La Verità Francesco Borgonovo, “tra l’altro ha detto delle cose che una fetta di italiani condivide, una parte di popolazione che finora non ha potuto dire la propria perché appena apriva bocca, dagli al putiniano. Stesso meccanismo utilizzato per il Covid“.

Per commentare il fatto su Repubblica si tira in ballo pure Orwell: “Per favore, lasciatelo riposare in pace. Tirare in ballo 1984 per dire che ci sono i mentitori filoputiniani vuol dire non aver letto il libro o non averlo capito“.
Ma al di là dei riferimenti letterari, non ha tardato ad arrivare la replica di Crosetto al fisico: “Da Rovelli un attacco violento, ma voglio incontrarlo“.
Un commento che, a detta di Borgonovo, stona decisamente con quanto abbiamo visto negli ultimi anni nelle stesse occasioni: “Attacco violento è quando uno, semmai, ti insulta, ti minaccia. Ministro, lei è simpatico, ma qual è l’attacco violento? Rovelli ha detto anche cose che io non condivido, ma tirare in ballo l’attacco violento e i putiniani francamente non funziona“.

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