Non solo Pesaro, ma anche Siena, Perugia e forse altre città – come Udine – nella quali si trovano biolab e sedi istituzionali dell’OMS.
Iniziano a radunarsi folle a cui già danno degli anti-scienza, ma che pretendono una cosa sola: poter decidere se spendere o no i milioni del PNRR nella creazione di Biolab. Come accadrà proprio a Pesaro, dove la manifestazione di oggi, primo maggio, è stata osteggiata fino a essere spostata in periferia.
La ragione dei manifestanti di oggi era, nello specifico, quella della mobilitazione nazionale contro il biolaboratorio di livello 3 da realizzare in un’area tra via Grande Torino e via Furiassi, ma il tema rischia di diventare caldo in tutta Italia.
La paura di nuovi impianti sperimentali viene già bollata come complottismo no vax, ma le rassicurazioni su tali investimenti sono davvero scarse.
L’assessore al Fare Riccardo Pozzi ha tenuto a precisare che l’Amministrazione venderà il terreno all’Istituto zooprofilattico subito dopo il parere del Tar sul ricorso presentato a Mattarella dall’associazione socio-culturale Seam per annullare la delibera con la quale è stata disposta l’alienazione del terreno per realizzarci la struttura di classe Bls3.
Un ampliamento di tali laboratori sarebbe previsto in tutta Italia, come riferisce la giornalista di Fuori dal Coro Raffaella Regoli, a partire dai centri nevralgici come Perugia e Siena. Il tutto sarà possibile grazie ai soldi del PNRR, incluso il polo scientifico che nascerà nella città toscana coi soldi di ben quattro ministeri e che verrà diretto da nientemeno che Anthony Fauci.
“A chi ci dà degli antiscientifici rispondiamo che noi leggiamo le stesse pubblicazioni scientifiche che leggono tutti e che, anzi, non prendiamo lezioni da chi ha dato del pazzo a un premio Nobel, diseredandolo alla fine della sua vita“.
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