Pubblicato il: 22/11/2024

Il sistema pensionistico italiano prevede alcune opzioni per chi ha versato contributi limitati. Due, in particolare, sono le misure significative per coloro che hanno iniziato a versare i contributi dal 1° gennaio 1996: la pensione anticipata contributiva e la pensione di vecchiaia contributiva. Queste misure, sebbene richiedano la compresenza di requisiti specifici, rappresentano strumenti importanti per il pensionamento, anche in condizioni non ottimali.

Inoltre, anche per chi ha lavorato come autonomo, esistono opzioni che permettono di integrare i contributi attraverso il computo della Gestione Separata.

Si osserva che, se per tale via l’accesso alla pensione potrà in alcuni casi essere ritardato, si tratta di un'alternativa che consente, comunque, di evitare la perdita dei contributi versati.

Esaminiamole nel dettaglio.

Pensione anticipata contributiva
La pensione anticipata contributiva consente di ritirarsi dal lavoro con un anticipo di 3 anni rispetto alla normale pensione di vecchiaia, se l’assegno accumulato è sufficiente a garantire una vita dignitosa. Per accedere a questa opzione, il lavoratore deve aver maturato almeno 20 anni di contributi e aver raggiunto i 64 anni di età. Tuttavia, l'accesso anticipato è vincolato al raggiungimento di determinate soglie di reddito. Nella specie, l’importo della pensione non deve essere inferiore a 3 volte l’importo dell’assegno sociale del relativo anno di liquidazione della prestazione (per l’anno 2024, la pensione deve essere di importo non inferiore a euro 1.603,23 euro). Tale requisito è ridotto a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale per le donne con un figlio (1.496,34 euro) e a 2,6 volte l’importo dell’assegno sociale per le donne con due o più figli (1.389,46 euro).

Pensione di vecchiaia contributiva
La pensione di vecchiaia contributiva è un’altra opzione per chi ha versato contributi solo dal 1996 in poi. Questa misura permette di andare in pensione anche con un numero limitato di anni di contributi (5 anni, esclusa la contribuzione figurativa). Tuttavia, l’età minima per accedere alla pensione di vecchiaia contributiva è 71 anni; quindi l’assegno arriva con un notevole ritardo rispetto alla pensione di vecchiaia tradizionale, che si ottiene normalmente a 67 anni. Questo può essere un compromesso accettabile per chi ha versato pochi contributi, ma desidera comunque evitare di perdere l’intero ammontare di quanto versato all’Inps.

L’alternativa per i lavoratori autonomi
Una via alternativa per accedere a queste misure è riservata a coloro che hanno lavorato come autonomi per almeno un mese, contribuendo alla Gestione Separata dell’Inps. Questo strumento consente di sommare tutti i contributi versati in diverse gestioni, utilizzando il sistema di calcolo contributivo per determinare l’assegno pensionistico. In questo caso, anche coloro che non hanno maturato i requisiti tradizionali possono accedere alla pensione anticipata o di vecchiaia contributiva.

Per poter usufruire di questa possibilità, è necessario soddisfare alcuni requisiti:

  • aver versato almeno un mese di contributi alla Gestione Separata dell’Inps;
  • avere un'anzianità contributiva di almeno 15 anni, di cui almeno 5 successivi al 1° gennaio 1996;
  • avere una carriera contributiva antecedente al 31 dicembre 1995, ma inferiore ai 18 anni.

In pratica, chi ha maturato almeno 15 anni di contributi, di cui almeno 5 nel sistema contributivo (dopo il 1996), può accedere a una pensione di vecchiaia contributiva anche con meno di 20 anni di contributi.
Se si possiedono i requisiti, l'accesso alla pensione anticipata contributiva è possibile con 20 anni di contributi e 64 anni di età, a condizione che l’importo dell'assegno raggiunga le soglie necessarie per l’accesso.

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