Pubblicato il: 16/10/2024

Il Fisco ha intensificato i controlli su alcune categorie di lavoratori autonomi e professionisti, soprattutto su coloro che dichiarano redditi sospettosamente bassi rispetto all'attività svolta, facendo temere possibili casi di evasione fiscale. L'obiettivo principale è individuare anomalie nelle dichiarazioni dei redditi e far emergere eventuali somme non dichiarate.
I controlli sono frutto di una stretta collaborazione tra l'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza. Nei mesi di luglio, agosto e settembre, la Guardia di Finanza ha condotto 36.000 verifiche, riscontrando nel 50% dei casi la mancata emissione dello scontrino fiscale.
Con l'introduzione dello scontrino elettronico, la possibilità di effettuare controlli incrociati tra pagamenti elettronici e scontrini emessi renderà ancora più efficace la lotta all'evasione fiscale.
Settori sotto osservazione: redditi dichiarati troppo bassi
Numerosi settori sono stati individuati come maggiormente a rischio per quanto riguarda la discrepanza tra i redditi dichiarati e le attività svolte. Tra questi, bar, pasticcerie, ristoranti, taxi, discoteche, officine meccaniche e carrozzerie sono sotto stretta sorveglianza.
Per esempio, nel 2022, i bar e le pasticcerie hanno dichiarato un reddito medio di soli 12.266 euro, con i bar di Roma che si fermano a una media di 9.412 euro. Situazioni simili si riscontrano nei ristoranti, che hanno dichiarato in media poco più di 15.000 euro, e per i tassisti, che riportano guadagni medi annui di circa 15.500 euro.
Le discoteche, con un reddito medio dichiarato di 17.566 euro, e le lavanderie, che segnalano appena 11.378 euro, rientrano anch'esse tra le attività con dichiarazioni sospette. Un'eccezione sono i carrozzieri e i meccanici, che dichiarano un reddito medio più elevato, pari a 26.841 euro.
Anche i professionisti ad alto reddito nel mirino
Oltre ai lavoratori autonomi con redditi bassi, anche professionisti con entrate elevate – come ingegneri, dentisti, avvocati e commercialisti – sono oggetto di verifiche. Ad esempio, i dentisti dichiarano mediamente 55.000 euro, gli avvocati circa 46.000 euro, mentre i commercialisti raggiungono i 65.000 euro.
Sono, però, le differenze di reddito tra province a destare maggiore attenzione da parte del Fisco. Un caso eclatante è quello dei gestori di stabilimenti balneari: a Rimini dichiarano in media 29.841 euro, a Tropea 32.769 euro, mentre a Lignano Sabbiadoro i redditi dichiarati schizzano fino a 270.302 euro, una differenza significativa che lascia supporre possibili irregolarità.
Concordato preventivo biennale: un'alternativa ai controlli?
Questo inasprimento dei controlli arriva poco prima della scadenza del 31 ottobre per aderire al concordato preventivo biennale, una misura che consente di regolarizzare i redditi degli ultimi anni e stabilizzare le entrate future. Molti contribuenti che operano nei settori a rischio potrebbero essere spinti ad approfittare di questa opportunità, per evitare controlli fiscali che sembrano ormai imminenti.
Il Governo ha ribadito che non ci saranno proroghe per l'adesione al concordato, poiché le entrate previste da questa misura sono fondamentali per finanziare la riduzione dell'aliquota fiscale dal 35% al 33% per la classe media. Si stima che questa iniziativa possa generare circa due miliardi di euro, risorse essenziali per lo Stato.
I contribuenti soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità (Isa) hanno già ricevuto comunicazioni ufficiali dall'Agenzia delle Entrate, che li avvisa della scadenza imminente e li mette in guardia: chi non aderirà al concordato potrebbe essere sottoposto a controlli fiscali ancora più severi.
Per molti, dunque, la scelta è obbligata: regolarizzare la propria situazione con il concordato, evitando verifiche invasive, o affrontare controlli fiscali approfonditi che potrebbero rivelarsi onerosi e difficili da gestire.

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