Pubblicato il: 25/12/2024
Il disegno di legge di Bilancio 2025, in fase di discussione alla Camera, prevede importanti cambiamenti per la deducibilità dei costi di vitto, alloggio, viaggi e trasporti. Queste spese, comuni sia tra i lavoratori dipendenti che autonomi, saranno ora legate alla tracciabilità del pagamento per poter essere dedotte o rimborsate.
La nuova normativa introduce una modifica significativa nel Testo unico delle imposte sui redditi, che regola la deducibilità di questi costi, e sancisce l'obbligo di pagamento tramite metodi tracciabili come carta, bonifico o altri strumenti simili.
Il contenuto della riforma
Il cuore della modifica riguarda l’introduzione di una regola generale che permette di dedurre i costi di vitto, alloggio, viaggi e trasporti solo se pagati con mezzi tracciabili. Questo significa che, se un lavoratore dipendente o autonomo sostiene una spesa per una di queste voci tramite un pagamento in contante, la spesa non sarà deducibile.
La legge, infatti, si rifà all'articolo 23 del Decreto Legislativo 9 luglio 1997, n. 241, che stabilisce l'obbligo di usare strumenti di pagamento tracciabili, come bancomat, carte di credito o bonifici.
Questa regola si applica a tutte le spese che concorrono alla determinazione del reddito di lavoro dipendente (art. 51 del T.U.I.R.), autonomo (art. 54 del T.U.I.R., e anche in relazione alle trasferte (art. 95 del T.U.I.R. e alle spese di rappresentanza (art. 108 del T.U.I.R..
Quindi, per poter dedurre queste spese o non farle entrare nel reddito imponibile, bisogna averle pagate tramite un mezzo tracciabile. Tuttavia, solo le spese espressamente indicate nella norma (vitto, alloggio, viaggi e trasporti) devono essere pagate con strumenti tracciabili. Altre eventuali voci di costo, anche se sostenute con pagamento tracciabile, non sono soggette a queste nuove regole.
Tracciabilità dei pagamenti e trasparenza
Sebbene sia sempre stato possibile dimostrare l’esistenza di una spesa anche con pagamento in contante, ora l'Amministrazione fiscale avrà un controllo più diretto sulle spese sostenute grazie all'uso di strumenti tracciabili. Questo approccio facilita i controlli e riduce il rischio di errori o abusi nel trattamento fiscale delle stesse note. Se da un lato si agevola l’uso di mezzi tracciabili, quindi, dall'altro si limita la deducibilità dei costi, imponendo una restrizione sui metodi di pagamento.
La normativa non solo facilita il lavoro dell'Agenzia delle Entrate, ma anche delle aziende che gestiscono internamente le spese dei propri dipendenti, migliorando la gestione amministrativa e rendendo più facile l'analisi delle note spese. Non si tratta però di una "agevolazione" per i contribuenti, che dovranno comunque dimostrare la veridicità delle spese sostenute, anche se pagate in contante.
Nonostante, infatti, la tracciabilità del pagamento rappresenti una condizione necessaria per la deducibilità, non è sufficiente da sola. La legge prevede che la deduzione di queste spese avvenga solo se sono congrue e inerenti all’attività lavorativa, come stabilito dall'art. 109 del T.U.I.R.. In altre parole, anche se una spesa è stata pagata con un mezzo tracciabile, l'Agenzia delle Entrate controllerà se la spesa è giustificata e se rientra tra quelle ammesse dalla legge.
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