Pubblicato il: 23/10/2024

Più elevato il numero di figli e più basso è il reddito di riferimento e di maggior detrazione si fruisce”: questa, in buona sostanza, è la logica del quoziente familiare che è emersa dal dibattito parlamentare inerente l'esame del Disegno di Legge di Bilancio 2025, approvato dal Governo lo scorso 15 ottobre.

Secondo il viceministro dell’economia, Maurizio Leo, molti sono i limiti legati alla funzionalità del modello ISEE, ragione per cui è diventata una necessità sostituirlo con il “quoziente familiare che tiene conto del reddito del nucleo come sommatoria di tutti i redditi applicando poi al denominatore dei coefficienti in base alla numerosità della famiglia”.
Il viceministro ha sottolineato che le detrazioni verranno modulate considerando sia il numero di figli che le fasce di reddito, con l’obiettivo di garantire una maggiore agevolazione per le famiglie numerose e con redditi più bassi. Il sistema, ispirato al modello francese, è stato proposto – fin dall’inizio del mandato della premier Meloni – come una possibile soluzione fiscale per le famiglie.

Il sistema attualmente in vigore in Italia è basato sulla tassazione individuale: ciò penalizza le famiglie monoreddito e quelle con figli a carico, a parità di reddito. Una disparità – questa – riconosciuta, peraltro, come iniqua anche in alcune sentenze della Corte Costituzionale. Diversamente dal sistema vigente, il meccanismo del quoziente familiare prevedrebbe, invece, una tassazione complessiva sul reddito di tutti i membri della "famiglia fiscale". Tale nucleo includerebbe il contribuente, il coniuge, i figli minorenni e le persone invalide conviventi.


L'implementazione del quoziente familiare è attuata mediante i seguenti passaggi:
  • determinazione delle quote spettanti a ciascun contribuente, differenziate tra sposati, celibi, divorziati e vedovi, con l'aggiunta delle persone a carico;
  • divisione del reddito complessivo per il numero delle quote;
  • calcolo dell'imposta dovuta sul reddito così diviso;
  • moltiplicazione dell'imposta per ogni quota per il numero delle quote stesse.

Il risultato finale corrisponderebbe all’imposta lorda complessiva dovuta.

In definitiva, con lo stesso reddito familiare, l'imposta risulterebbe inferiore all'aumentare dei componenti del nucleo familiare, poiché l'imposizione sarebbe meno progressiva per famiglie numerose. Questo sistema, infatti, non applica le aliquote progressive sul reddito complessivo, bensì sul reddito medio pro capite, che è per definizione inferiore al totale. Di conseguenza, l'aumento del numero di componenti ridurrebbe l'imposizione fiscale.

Novità anche per i contribuenti single: per il 2025 sarà, infatti, previsto un tetto massimo alle spese detraibili, basato sul reddito.

Le prime indiscrezioni indicano tre fasce di reddito per i contribuenti singoli:

  • fino a 8.000 euro di detrazioni per redditi fino a 50.000 euro;
  • fino a 6.000 euro per redditi tra 50.000 e 100.000 euro;
  • fino a 4.000 euro per redditi oltre 100.000 euro, con una riduzione graduale per chi supera i 120.000 euro.

Questi nuovi criteri entreranno in vigore dal 2025 e non avranno effetto retroattivo.

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