Pubblicato il: 19/09/2024

Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sta lavorando a una riforma dell’Irpef che prevede una riduzione delle tasse per le famiglie con figli, un’idea già avanzata in passato e che potrebbe trovare spazio nella Legge di Bilancio 2025. L’Irpef segue un meccanismo progressivo, per cui l’ammontare dell’imposta aumenta con l’aumentare del reddito, ma il Ministro ha in mente di includere anche il numero di figli tra i fattori che determinano il carico fiscale. Le coppie senza figli, quindi, finirebbero per pagare più imposte rispetto a quelle con prole, anche a parità di guadagni, un aspetto che in parte è già in vigore, in quanto le famiglie con figli a carico godono di detrazioni fiscali e dell’assegno unico.

Giorgetti aveva già proposto in passato di azzerare le imposte per chi ha più di due figli, ipotizzando un sistema di detrazioni che potesse raggiungere fino a 10.000 euro per le famiglie numerose. Questa misura, concepita per affrontare il calo delle nascite in Italia, avrebbe teoricamente potuto favorire la natalità, ma il problema principale rimane la mancanza di coperture finanziarie per iniziative di questa portata.

Il ministro ha anche lanciato l’idea di un sistema di “quoziente familiare”, con l’obiettivo di aumentare i benefici fiscali in proporzione al numero di figli e ridurli, fino all’azzeramento per chi non ne ha.
Le agevolazioni indicate nella proposta dell’anno scorso prevedevano:

  • 2.500 euro per il primogenito;
  • 5.000 euro per ogni figlio dal secondo in poi (dunque, con due figli, si sarebbero ottenute detrazioni pari a 7.500 euro);
  • 10.000 euro per ogni figlio a partire dal terzo.

Giorgetti, inoltre, ha intenzione di intervenire anche sul complesso sistema delle agevolazioni fiscali esistenti, che attualmente assorbono 105 miliardi di euro l’anno. L’idea è quella di fissare un limite massimo alle detrazioni di cui i contribuenti possono beneficiare, basato su reddito e numero di figli a carico. Anche se dal 2022 molte delle detrazioni per figli sono state sostituite dall’assegno unico, il nuovo “cap” si applicherebbe a tutte le agevolazioni residue che riducono l’importo delle imposte da pagare.
Un limite, ancora da definire, che diminuirà progressivamente in base al reddito. Questo limite potrebbe essere espresso come una somma fissa o come una percentuale, adattandosi comunque al numero di figli a carico. A partire dal 2022, le principali detrazioni per i figli fino ai 21 anni sono state incorporate nell’assegno unico, ma il nuovo limite verrebbe applicato a tutte le detrazioni residue, che i contribuenti utilizzano per ridurre le imposte da pagare nella dichiarazione dei redditi.

La questione della denatalità, considerata dal Ministro come una delle principali emergenze economiche, è al centro della sua proposta. Il problema inoltre affligge molti Paesi dell’UE, motivo per cui Giorgetti potrebbe discutere di queste idee già nei prossimi incontri con i ministri delle finanze europei.
La proposta di un “cap” sulle detrazioni, che costano attualmente 80 miliardi l’anno, potrebbe rappresentare un modo per risparmiare fondi da reinvestire nelle politiche per le famiglie, come il potenziamento dell’assegno unico, o da utilizzare per coprire altre necessità legate alla legge di Bilancio. Tra queste, il Governo deve garantire risorse per confermare il taglio del cuneo contributivo, gli sgravi Irpef, gli incentivi per le imprese che assumono e i sussidi per le madri lavoratrici. Al contempo, il Governo sta cercando ulteriori risparmi, ad esempio dalla revisione dei crediti d’imposta sull’edilizia, che potrebbero anch’essi essere soggetti a limiti basati sul reddito e sulla composizione familiare.


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