Pubblicato il: 24/12/2024

L'assegno sociale è una prestazione economica minima di natura assistenziale che, su richiesta all'INPS, viene garantita alle persone che non hanno maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia e che, alla soglia di una certa età, si trovano in condizioni economiche disagiate, con redditi inferiori ai limiti previsti annualmente dalla legge.
Dal 1° gennaio 1996, l'assegno sociale ha sostituito la pensione sociale.

La prestazione, come si anticipava, ha natura assistenziale e non è esportabile; pertanto, non può essere riconosciuta se il titolare della prestazione risiede all’estero.

Il beneficio, inoltre, non è reversibile ai familiari superstiti.

Oltre al compimento dei 67 anni di età sono richiesti i seguenti requisiti:

  • essere cittadini italiani, comunitari o extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. Spetta anche agli stranieri o apolidi titolari dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria;
  • residenza effettiva e dimora abituale in Italia;
  • reddito personale non superiore all’importo annuo dell’assegno sociale stesso, mentre il reddito coniugale non deve superare di due volte lo stesso valore.

Possono presentare domanda anche i cittadini comunitari ed extra-comunitari titolari di carta di soggiorno e i residenti in Italia in via continuativa da almeno 10 anni.

Dall’assegno sociale si deve distinguere la pensione di vecchiaia: ossia, il trattamento pensionistico (una prestazione economica) erogato, su richiesta, a favore dei lavoratori che hanno raggiunto determinati requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla legge. Per i lavoratori con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996, il diritto alla pensione di vecchiaia si configura in presenza del requisito anagrafico di 67 anni (da adeguare alla speranza di vita dal 1° gennaio 2027) e di un'anzianità contributiva minima di 20 anni, a condizione che l'importo della pensione risulti pari all'importo dell'assegno sociale.

Per il 2024, l'ammontare dell'assegno sociale è pari a 534,41 euro per 13 mensilità. Come verrà rivalutato nel 2025?

Il MEF, di concerto con il Ministero del lavoro, ha emanato il decreto interministeriale 15.11.2024 ai fini della perequazione automatica delle pensioni dal 1° gennaio 2025. La “perequazione” delle pensioni è un meccanismo che determina annualmente la loro rivalutazione sulla base del tasso di inflazione rilevato da ISTAT, per adeguarle al maggiore costo della vita e al fine di tutelare il loro potere di acquisto eroso dall’inflazione, che c’è stata anche in questo 2024 seppur in misura ridotta, e viene operata in via provvisoria salvo successivo conguaglio in rapporto all’indice definitivo rilevato da ISTAT.
In base al decreto di cui sopra, gli assegni pensionistici godranno di una rivalutazione provvisoria pari allo 0,8%.
Pertanto l’importo mensile dell'assegno sociale, nel 2025, sarà di 538,68 euro per 13 mensilità. Se il beneficiario ha più di 70 anni, l'importo sale a 739,83 euro (grazie a un incremento di 201,15 euro).

Come fare domanda?

La domanda può essere fatta solo online attraverso:

  • il sito web dell'INPS (con SPID, CIE o CNS);
  • il Contact Center dell'INPS (numeri 803164 o 06164164);
  • i patronati e gli intermediari dell'INPS.

Per fare domanda è necessario presentare:
  • autocertificazione dei dati personali;
  • dichiarazione della situazione reddituale;
  • dichiarazione di eventuale ricovero in istituto (se applicabile).

In caso di rifiuto della domanda, si può fare ricorso al Comitato provinciale dell'INPS entro 90 giorni dalla comunicazione del rifiuto stesso.

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