Pubblicato il: 07/11/2024

In Italia, sono numerose le persone che accumulano debiti con il fisco e si trovano a fare i conti con le cartelle esattoriali. Queste cartelle, notificate dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, permettono all’ente di eseguire azioni come pignoramenti su beni, conti correnti, stipendi e persino sulle pensioni.

Se ti stai avvicinando all’età pensionabile, devi sapere che le cartelle esattoriali non sempre bloccano la pensione, ma esistono delle eccezioni importanti.

È innanzitutto importante capire che la pensione e i debiti con il fisco sono due questioni tecnicamente distinte. La pensione si basa sui contributi previdenziali che hai versato, mentre le cartelle esattoriali riguardano imposte e tributi non pagati.
Tuttavia, se le cartelle esattoriali sono legate ai contributi previdenziali non versati all’INPS, questi possono influire direttamente sul diritto alla pensione.
Per esempio, se non hai versato contributi sufficienti per raggiungere il minimo richiesto, rischi di non poter accedere alla pensione finché non saldi il debito. Ma vediamo nel dettaglio le varie situazioni che si possono presentare.
Pignoramento della pensione: cosa può succedere se sei già pensionato
Se sei già in pensione e hai debiti fiscali, l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha la facoltà di disporre un pignoramento presso terzi, richiedendo all’INPS di trattenere una parte della tua pensione per recuperare quanto dovuto.
Se non si procede con il pignoramento diretto sulla pensione, l’Agenzia può pignorare il conto corrente nel momento in cui la pensione viene accreditata. In altre parole, una volta che percepisci la pensione, c’è il rischio concreto di vederti trattenuta una parte dell’importo per coprire i debiti fiscali.
Quali debiti possono generare cartelle esattoriali?
Le cartelle esattoriali possono derivare da diversi tipi di debiti verso lo Stato o enti locali, che comprendono le principali imposte e tasse destinate a finanziare servizi pubblici come sanità, trasporti e istruzione. Ecco alcuni dei tributi che più frequentemente generano cartelle esattoriali:
  • IMU (Imposta Municipale Unica): imposta sugli immobili;
  • TARI (Tassa sui rifiuti): tassa per il servizio di raccolta rifiuti;
  • Bollo auto: tassa per il possesso del veicolo;
  • IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche): imposta sul reddito;
  • IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive): imposta per le aziende e i lavoratori autonomi;
  • Canone RAI: tassa per la televisione;
  • Sanzioni per violazioni del Codice della Strada: multe per infrazioni stradali.

Cartelle esattoriali per contributi non versati: quando possono bloccare la pensione?
I contributi previdenziali servono direttamente a costruire la tua pensione. Se una cartella esattoriale riguarda i contributi previdenziali non pagati, l’INPS può trattenere dal montante previdenziale i contributi necessari per calcolare la tua pensione.
Facciamo un esempio: un lavoratore autonomo che raggiunge l’età pensionabile, ma ha accumulato solo 19 anni di contributi versati, non potrà accedere alla pensione di vecchiaia. Se ha, però, un anno di contributi dovuti ma non versati (che risultano in una cartella esattoriale), potrà ottenere la pensione solo pagando il debito contributivo, inclusi sanzioni, interessi e costi di riscossione.
Cosa fare per sanare le cartelle esattoriali e tutelare la pensione
Se ti trovi in difficoltà a causa di contributi previdenziali INPS non versati, la soluzione migliore è quella di saldare la cartella esattoriale prima di richiedere la pensione. In questo modo, l’importo pagato sarà conteggiato nei tuoi anni contributivi, permettendoti di raggiungere i requisiti necessari per ottenere l’assegno. Una volta completati i versamenti, potrai accedere alla pensione senza ostacoli.
Per chi è già in pensione, saldare le cartelle esattoriali con debiti previdenziali può portare anche a un aumento della pensione. Presentando all’INPS una domanda di ricostituzione della pensione per motivi contributivi, è possibile ricalcolare l’importo della pensione includendo i contributi versati in ritardo.
Rottamazione delle cartelle e aumento della pensione
Anche chi ha scelto di rateizzare il debito con il fisco attraverso la rottamazione agevolata delle cartelle può richiedere una revisione della pensione, una volta completato il piano di pagamento.
Se la rottamazione comprende debiti previdenziali con l’INPS, i versamenti effettuati verranno considerati ai fini pensionistici e potrebbero incrementare l’importo dell’assegno. Anche in questo caso, si può presentare una domanda di ricostituzione della pensione per includere i contributi versati con la rottamazione, chiedendo all’INPS di effettuare un nuovo calcolo dell’importo.
In conclusione, anche se le cartelle esattoriali non bloccano il diritto alla pensione in modo automatico, è fondamentale gestire i debiti previdenziali con attenzione. Pagare i contributi arretrati e completare i requisiti può fare la differenza, consentendo di ricevere la pensione senza rischi e, in alcuni casi, di ottenerne un aumento.

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