Pubblicato il: 18/10/2024

Il Consiglio Ambiente dell'UE ha approvato ufficialmente la Direttiva riders, che aumenterà i diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali. L'approvazione è arrivata dopo che, l'11 marzo scorso, era stato confermato da tutti gli Stati membri – tranne la Germania – l'accordo preliminare per migliorare le condizioni dei lavoratori.

I prossimi step saranno la firma del Consiglio e del Parlamento europeo e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, momento dal quale sarà ufficialmente in vigore. Gli Stati avranno, poi, 2 anni di tempo per emanare le norme attuative della Direttiva, come prevede il diritto dell'Unione Europea.
Le modifiche coinvolgeranno 43 milioni di lavoratori e vedranno la collaborazione di 500 piattaforme di lavoro digitale.
Ma vediamo quali cambiamenti sono previsti.

Anzitutto le piattaforme dovranno rendere trasparenti gli algoritmi di gestione delle risorse umane e dovranno garantire che sia personale qualificato ad occuparsi della gestione e del monitoraggio dei sistemi automatizzati. In questo modo i lavoratori potranno contestare le decisioni prese da questi sistemi: così nessuno verrà licenziato o disconnesso automaticamente dalle piattaforme e non potrà mai essere richiesto di rinunciare ai propri diritti.

Un altro argomento importante riguarda il trattamento dei lavoratori: infatti molte piattaforme trattano i lavoratori come autonomi con partita Iva, pagandoli a cottimo, negando malattia, ferie, maternità, Tfr, scatti d’anzianità e tutele in caso di ingiusto licenziamento.
C'è da dire, però, che nel nostro Paese, nonostante non ci sia una disciplina apposita per i riders, le Corti e i Tribunali applicano a questi lavoratori la disciplina prevista per i lavoratori subordinati.

Un altro argomento importante riguarda il trattamento dei dati personali.
Infatti si rafforzeranno i metodi di protezione dei dati riguardanti non solo lo stato emotivo e psicologico, ma anche le convinzioni personali; dati a cui i datori di lavoro non avranno più accesso.
Nel nostro Paese è una parziale conferma dell'art. 8 dello st. lav..

Infine, la CGIL ha riportato il caso di una sanzione pari a 3 ore di multa arrivata ad una lavoratrice, in quanto la piattaforma prevedeva, per un determinato tragitto, una velocità media di percorrenza di gran lunga superiore a quella effettuata dalla lavoratrice.
Con questa Direttiva tutto questo non sarà più possibile.


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